Refrontolo
Anticamente denominato Roncum frontulo, toponimo che indica la sua collocazione in una zona boschiva, questo villaggio viene citato per la prima volta in un documento del 1075, ma il nome attuale appare solo in documenti del 1540.
– Chiesa parrocchiale di Santa Margherita
Si hanno notizie di questo edificio fin dall’XI secolo; inizialmente era una cappella che dipendeva dalla pieve di San Pietro di Feletto, ma nella seconda metà del XV secolo venne riedificata per poi divenire chiesa parrocchiale. Ampliata nuovamente nella prima metà del XX secolo su disegno dell’arch. Possamai Giovanni di Solighetto, attualmente vede collocate su una recinzione esterna tre sculture settecentesche chi in origine arricchivano la facciata. All’interno sono degli di nota il secondo altare a destra, opera dei Ghirlanduzzi da Ceneda, celebre famiglia di intagliatori operante fino al 1689, che accoglie un dipinto di ambito tizianesco; interessante anche la pala dell’altare maggiore, realizzata alla fine del XVI secolo da un ignoto pittore di formazione veneto fiamminga. Il campanile risale al 1613.
– Villa Spada Battaglia Peretti
In prossimità della chiesa parrocchiale, su sito dove in antichità era stato edificato un castrum citato in un documento del 1138, si trova circondata dal verde questa villa edificata nella seconda metà del Seicento ad opera della famiglia Marzer. Completata nel tardo Ottocento, epoca in cui passò agli Spada, presenta decorazioni realizzate da Angelo Lorenzon [1927-1978], pittore di Senaglia della Battaglia, che godeva della stima di del celebre poeta Andrea Zanzotto. Occupata dalle truppe nemiche durante l’ultimo anno della Prima guerra mondiale, è lo scenario in cui è ambientata la trama del romanzo di Molesini, Non tutti i bastardi sono di Vienna, vincitore – tra gli altri – del Premio Campiello 2011, che trae ispirazione dal diario scritto da Maria Spada durante i giorni dell’invasione.
– Molinetto della Croda
A due chilometri a Nord dal centro cittadino, si trova il Molinetto della Croda, un antico mulino che sfrutta il salto d’acqua di 12 metri del torrente Lierza, il principale affluente del Soligo. Luogo di grande suggestione, è stato immortalato in una scena del film Mogliamante, interpretato nel 1977 da Marcello Mastroianni e Laura Antonelli.
Questo edificio, la cui edificazione risale probabilmente al Cinquecento, conserva al suo interno la caratteristica macina e i nei vari ambienti utilizzati come abitazione dalla famiglia del mugnaio sono spesso allestite mostre temporanee.